La moda
La nascita della moda, indicativamente, si può datare solo verso la fine del XII° secolo ; infatti è la diffusione dell’ideale “cortese” che introduce una vigile cura per il proprio aspetto esteriore.
L’abito diventa allora, per le classi aristocratiche, un prodotto di lusso e di qualità e fa si che la moda resti più o meno uniforme nel corso di vari secoli, in tutto l’occidente, da Parigi a Londra come da Venezia a Firenze. Unica variante “capricciosa” della moda medioevale femminile sono le maniche: verso la fine del XII° secolo esse sono per lo più a forma d’ imbuto e lunghe fino a terra, Nel ‘300, invece, sono strettissime e chiuse all’avambraccio con laccetti… e così via… l’ unica cosa veramente importante è il colore, che deve essere sgargiante e intonato con l’abito che si indossa, il quale è quindi provvisto di più paia di maniche diverse( per foggia, colore e stoffa) e da indossare e sostituire a seconda dell’occasione (da qui l’espressione corrente “questo è un altro paio di maniche”).
Come biancheria intima, sia gli uomini che le donne, indossano una tunica di lino bianca lunga fino alle caviglie e ricamata nei polsi e nel colletto; a tale tunica gli uomini abbinano le cosìdette brache (i moderni boxer) sempre di lino, su cui però si indossano delle altre brache di panno che non devono assolutamente mancare! (da ciò l’espressione ancora attuale “restare in brache di tela” per indicare il trovarsi in un a situazione imbarazzante).
Stoffe, colori e foggia, inoltre, mutano con le stagioni, con l’età e con lo stato sociale: lino, cotone, seta, lana … e vari tipi di velluti, damaschi e pellicce ….. abbinati a vari colori che, contrariamente a quanto si pensa, erano molto amati nel Medio Evo e, in occasione di festività e cerimonie importanti, erano il signum di distinzione della professione o condizione sociale: ad esempio i cavalieri esibivano lo scarlatto, gli uomini di legge e i professori il nero, i medici il viola, le spose il bianco e il vestito a lutto, per tutti, era nero.
Inoltre vi è molta attenzione anche al significato simbolico di tali colori: il rosso è inteso come il colore più bello in assoluto e che allontana il male (specie se rifinito in oro o in argento), giallo e marrone sono tipici dell’ “invidia”perciò infausti; il verde è il più affascinante in quanto rappresenta la natura che rinasce; arancione e rosa sono accettati di buon grado, e il blu, invece, piace molto perché è il colore dell’amore e indica fedeltà; il bianco è esclusivo delle spose e dei bambini, mentre il viola e il grigio sono solamente per uomini e donne di una certa età.
In tutto l’abbigliamento, inoltre, dalle tuniche alle sopravesti e mantelli, troviamo abbondanza di bottoni, ricami, nastri e perle che esploderanno in quantità e varietà con l’arrivo del Rinascimento.
Diffusissima tra gli uomini la nostra attuale “pantacalza” che poteva essere di lana o di panno, bicolore o a tinta unita, a seconda della casata di rappresentanza e che spesso terminava con una suola di cuoio cucita direttamente all’estremità e rigorosamente a punta! Frequenti erano anche scarpe basse di cuoio o di pelle di vitello o capra, ma sempre con punte lunghissime e sottilissime da fare invidia alla nostra moda attuale!. Le donne calzavano pianelle, pantofole, zoccoli o sandali con altissime suole di sughero (anche 25-30cm !) allo scopo di sembrare più alte; si dice che la più frequente causa di mortalità tra le giovani donne fosse proprio il cadere dall’alto delle proprie scarpe e battere la testa contro il duro acciottolato che caratterizzava le vie medioevali..